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domenica 1 marzo 2015

I milanesi scrivono all'Europa: "Vogliamo i privilegi dei rom"

Alla fine siamo arrivati al fondo del barile. Non esiste da nessuna parte che gli abitanti di una città si sentano in dovere, anzi costretti, a scrivere una lettera alla Commissione Europea per non essere discriminati a casa loro, fatti oggetto di tasse vessatorie sia dal governo centrale che dal Comune che abitano, considerati solo come cassa per dare privilegi ad altri.

Non esiste che debbano essere tacciati come "xenofobi e razzisti" da una cricca di estremisti e da radical-chic, buoni solo a riempirsi la bocca di parole che poi si nascondono quando serve essere onesti. Ma questo non avviene perché ormai il mono-neurone è fossilizzato sul livello ipocrita perbenista di una falsa democrazia e libertà.

La mia posizione è ben chiara e definita in questo post, scritto, ed aggiornato, dopo uno fatto criminale che ha ferito tutta la città.

Vi lascio leggere in tranquillità, clicca il link.

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martedì 31 luglio 2012

Fiducia nel Sistema? Adesso decisamente meno.


Rissa tra quattro persone contro una
Premessa. Sono sempre stato una persona che ha creduto nel Sistema, nel rispetto delle regole e nella volontà di tutelare il cittadino, senza distinzione di sesso, colore, religione ed etnia.
Ho sempre pensato che l'interesse degli amministratori pubblici dovesse essere indirizzato al benessere di tutti, senza guardare in faccia nessuno oppure tenendo conto del colore politico così come stabilito dalla Costituzione Italiana.
Questo post non vuole essere una tirata solo contro il Sindaco Pisapia di Milano ma vorrei che abbracciasse tutta la struttura dello Stato partendo proprio dal Comune.
A Milano vivo in una zona accettabile, tra piazzale Loreto e Turro, nel senso che di giorno tutto si svolge con una certa tranquillità e calma, le persone di tutte le età girano facendo la spesa per negozi e si fermano nei bar a parlare. La notte la situazione cambia parecchio perché iniziano a spacciare, ogni tanto trovi qualche trans che "da indicazioni stradali", il tutto avendo come punto d'appoggio i negozi 24h con i distributori automatici.
Fino ad un anno fa giravano per tutto il viale Monza le pattuglie miste Esercito e Carabinieri oppure Polizia e questo permetteva di portare il cane a fare pipì senza la paura di essere avvicinato da personaggi decisamente loschi sia a me che alla mia compagna.
Adesso non è più così perché se io sono protetto dalla natura (1.90 x 110kg e uno sguardo non propriamente amichevole) la stessa cosa non posso dirla per la mia compagna la quale viene "accompagnata" da commenti non propriamente sullo stile dell'Accademia della Crusca.
La notte appena passata ha incrinato profondamente quel senso di sicurezza e protezione che le forze dell'Ordine, il Sindaco (primo cittadino di TUTTI i cittadini di Milano) e lo Stato Italiano mi hanno sempre fatto credere di provvedere.
Sicuramente dopo mezzanotte sono cominciati schiamazzi e urla, sempre più violenti. Mi sono affacciato al balcone e ho visto quattro persone, di cui un paio decisamente ben piazzati, che stavano "gonfiando come una zampogna" un quinto che, cadendo si incastrava tra una fioriera e una macchina parcheggiata, veniva "aiutato" ad alzarsi con immediata ripresa del pestaggio.
Come ho visto la situazione ho preso il cellulare e ho composto il 112 (numero europeo di emergenza), ha iniziato a suonare, suonare, suonare, suonare... (ad libitum) ma andiamo oltre. La salvezza per il poveretto è stato un signore che, mentre portava il cane a fare i bisogni, ha visto la scena e si è avvicinato urlando di smetterla. Forse per le luci degli appartamenti che si accendevano, forse per lo strillare del signore, hanno smesso e il malmenato è scappato alla velocità della luce. Nel frattempo i due più grossi hanno iniziato a rispondere frasi incoerenti al "salvatore" sulle motivazioni del gesto, mai giustificabile.
Una volta finito il tutto, i quattro picchiatori si sono salutati come se nulla fosse successo e, due a piedi e due in macchina, si sono allontanati come se nulla fosse accaduto.
Ma ora una domanda sorge spontanea...


Il cellulare suonava ancora? Certamente e senza alcuna risposta!


Ho terminato la chiamata e, in cuor mio molto ingenuamente, speravo di sentire una "volante" arrivare perché il mio cellulare, come quello di altri, era stato geolocalizzato e quindi non era necessario rispondere, ma nulla.
Ho messo parecchio tempo a riaddormentarmi e, lo ammetto, per la profonda delusione nel non aver ottenuto alcuna risposta, aiuto oppure pernacchia da un operatore dall'altra parte della linea. Ho immaginato la stessa situazione su di me e la mia famiglia, su mia figlia piccola, su altre situazioni che so essere accadute di stalking verso una parente della mia compagna. In quest'ultimo caso, lei come tante altre donne, può anche denunciare ma il suo problema principale è non essere la Vip di turno, tutelata al 200%, e quindi può far parte delle casualties nelle statistiche nazionali dove, appena dopo "il fattaccio" tutti i giornali e quei Vips protetti fanno proclami e si stracciano le vesti.
Sto pensando seriamente di spostarmi, anche all'estero se necessario, per provare a cercare una maggiore sicurezza per me e la mia famiglia, anche con sacrifici importanti ma questo non dovrebbe accadere mai e in nessun caso.
Dove sono finiti i soldi per la Sicurezza? Perché per farsi eleggere si fanno promesse assurde indirizzate ad una sola parte della cittadinanza e non si valutano le cose pratiche che accadranno con questo "lassismo elettorale"? Perché io devo essere obbligato a valutare l'abbandonare la mia città e la mia Nazione per provare a stare un poco più tranquillo?
Sono triste per la Mia città perché non ho mai visto così tanti graffiti sui vagoni della metro, sui muri e così tanta delusione negli occhi delle persone e questo non solo per le questioni "romane".
Cari amministratori locali e nazionali, cosa pensate di fare per proteggere me e la mia famiglia in modo attivo ed efficace? Perché devo sentirmi deridere da conoscenti stranieri sentendomi dire, a distanza di oltre 60 anni, che siamo sempre il "ventre molle d'Europa"?
Perché non tutelate TUTTI coloro che sono presenti sul territorio nazionale così come prevede la più moderna delle Costituzioni mondiali ma umiliate tutti facendo credere che questo sia sempre il "paese del Bengodi"?
Perché, perché, perché... Troppe domande per una classe politica che, dall'estrema sinistra all'estrema destra, pensa solo all'interesse proprio e non a quello di TUTTI i cittadini, italiani e non.
Chiudo con una canzone di Franco Battiato, già pubblicata su questo blog. Da ascoltare con attenzione perché, ormai, siamo entrati nella fase del "Si vuole cambiare tutto per non cambiare niente"

venerdì 13 gennaio 2012

Milano. Polizia Locale e omicidio di un agente, la sicurezza che fine ha fatto?


"Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona anche per te."
John Donne

12/01/2012 - "Omicidio dell’agente della Polizia Locale di Milano"

15/01/2012 - Aggiornamento ANSA.it

16/01/2012 - Aggiornamento ANSA.it

20/01/2012 - ANSA.it / Sabato 21 gennaio i funerali in Duomo a Milano

La notizia l'ho appresa solo questa mattina, degna di un venerdì 13 da jettatori patentati, e mi si è spento qualcosa. In tutta onestà stavo aspettando da un po' di tempo una notizia del genere.

Da qualche tempo ho notato una deriva lassista nel far rispettare quelle regole minime del vivere civile, obbligatorie in una città come Milano. La certezza di impunità, la spavalderia nel comportarsi nel mezzo della folla da parte di un gruppo ben preciso di persone (vedi zingari), ma non solo, mi ha portato a fare diverse riflessioni sul fatto che possa essere conveniente restare in città oppure uscire, spostarsi nell'hinterland teoricamente più tranquillo.

Perché mi espongo in questa maniera contro gli zingari, qualunque sia la loro tribù?

Perché la maggior parte delle volte in cui si parla di atti criminali saltano fuori loro.

Per il semplice fatto che per 3 volte hanno cercato di portarmi via mia figlia. Ora la piccola ha compiuto 5 anni ma nel periodo compreso tra i 3/4 anni abbiamo subito "attacchi intenzionali" volti al suo rapimento.

Due in mezzo alla strada, il primo in piazza Oberdan (P.ta Venezia - Milano) alla fermata del tram dove quasi ce la facevano se la mia compagna, con il classico istinto materno, non avesse reagito sottraendogliela poco prima che il tram chiudesse le porte e partisse separandole.

La seconda in strada dove hanno cercato di separare sempre la mia compagna e mia figlia ma il caso ha voluto che arrivassi io, inconsapevole, e sventassi il tutto e la terza al supermaket dove mia madre è stata seguita per tutto il tempo, in attesa che si distraesse. Come faccio a dire che volevano prenderla? Perché senza l'intervento di un conoscente la stavano già prendendo dal seggiolino.

Ovviamente non puoi denunciarli visto che non hanno compiuto il reato così come non saresti in grado di riconoscerli se il reato lo avessero commesso avendo millemila alias in Questura.


Non ci sono più militari a mettere in sicurezza le strade, non si fanno più sgomberi dei campi abusivi nel nome di una campagna elettorale scellerata che ha declassato il cittadino milanese rispetto allo zingaro, pur di accaparrarsi voti sia dei nomadi che di tutta quella cricca di catto-comunisti progressisti che stanno annientando quel poco di credibilità della Chiesa Cattolica.

Se io giro in Ferrari ma risulto avere un reddito ridicolo vengo immediatamente messo sotto torchio dall'Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza con la ciliegina di Equitalia a completare il tutto, mentre se uno zingaro, che non dichiara reddito, ha una Ferrari, appartamenti e denaro sufficiente a comprarsi 10 appartamenti viene graziato da un tribunale per dei cavilli come è successo recentemente in Veneto.

Questo atteggiamento sta creando un pericoloso sottofondo di rabbia, la mancanza di rispetto verso chi si spacca la schiena per 4 soldi e vede sperperati migliaia di euro senza alcuna gratitudine ma con l'arroganza di chi si sente padrone in casa altrui. Il risultato? Semplice, una rabbia che scava un solco, un solco in cui possono nascere idiozie xenofobe.

Chi conosce il vero spirito di Milano sa che il rispetto è tutto. Non importa chi sei, da dove arrivi e di che colore sei. Se rispetti le regole e il tuo prossimo sei il bene accetto e divido volentieri il mio pane con te ma, è anche vero che "anche le formiche nel loro piccolo si incazzano", quindi se pensi di fare il furbetto non si deve credere che si starà sempre zitti. Prima o poi qualche squilibrato che penserà di mettere le cose a posto "alla sua maniera" arriverà e allora...

Sono amareggiato per quanto sta accadendo alla mia città, per la morte di un poveraccio che stava facendo il suo mestiere a cavallo di una bicicletta, per tutti i torti che si stanno facendo a Milano.

Bisogna finirla con questi abusi. Se siamo tutti uguali davanti a Dio e alla Legge allora facciamo in modo che questo accada ma, come diceva sempre un mio vecchio datore di lavoro, "Il pesce puzza prima dalla testa" e quindi sperare che questa amministrazione, tronfia nel potere acquisito, possa decidere di riprendere in mano la questione sicurezza per proteggere TUTTI i cittadini di Milano mi fa pensare all'utopia.

Non smettiamo di credere nelle persone perché il male dei pochi non inquini tutti gli altri, smettiamola di dividerci in fazioni e proviamo a rispettarci senza prevaricazioni.

Un grande abbraccio all'agente Niccolò Savarino che è arrivato a Milano con la voglia di fare ma che è stato abbandonato dalla sua città.

PS. La sentenza dell'assassino di Niccolò Savarino ha dell'incredibile e crea un pericolosissimo precedente... Per una sola categoria di "persone". Trovate le informazioni in questo link

giovedì 22 dicembre 2011

Tributo al "Cuore" di Milano



Un bellissimo tributo a Milano che non è solo miseria (culturale e reale) ma un grande contenitore di storia che deve solo essere scoperto. Uscire dal proprio loculo mentale aiuta a diventare migliori, ad interagire con il prossimo e capirlo meglio, anche grazie a questi filmati.

Grazie a Cristina Simone che mi ha fatto scoprire questo bellissimo video e a Francesco Paciocco per la bravura nel pensare e produrre questo bell'omaggio alla mia città.

lunedì 19 dicembre 2011

Bicicletta ed arroganza. Binomio inscindibile?


Partiamo da questa immagine, tranquilla, che comprende il miglior binomio possibile per il trasporto pubblico ovvero la bici per i "duri e puri" della salute e "green oriented" (passione assolutamente condivisibile anche da me) e il tram per tutti coloro che sanno di dover fare un sacco di strada ma non hanno la voglia, coraggio oppure possibilità di farlo in sicurezza su una strada di Milano.

Sulla questione sicurezza ciclistica sulle strade di Milano possiamo aprire un dibattito infinito che comprenderebbe anche una mia personale vicenda riguardante una caduta dovuta proprio ai binari del tram.

Ma, perché questo post? Perché oggi ho assistito ad una scena al limite del paradossale. Una premessa doverosa. No, una domanda. Chi di voi conosce la segnaletica tramviaria? I semafori appesi accanto a quelli normali dove passa il tram? Qui vi porto un esempio:

La barra bianca indica la direzione autorizzata al passaggio per il tram ovvero orizzontale è stop, verticale equivale ad avanti dritto e poi ci sono le diagonali,che autorizzano la svolta a destra oppure a sinistra, mentre il semaforo "normale" (rosso, giallo, verde) gestisce il traffico pedonale e veicolare.

Nell'attesa del mio tram mi guardavo intorno (espressione bovina a dire il vero) e vengo attratto dall'allegro scampanellio di un ciclista. Giro la testa verso l'incrocio e vedo il tram che svolta e il ciclista che prosegue imperterrito scampanellando senza rallentare ma, la stessa cosa fa il tramviere che prosegue sui binari per liberare l'incrocio. Il ciclista è arrivato a pochi centimetri dal tram snocciolando un rosario dietro l'altro senza tenere conto di un piccolo particolare... il SUO semaforo era ROSSO anzi, entrambi i semafori posti sull'incrocio erano più rossi di una Ferrari appena uscita dalla carrozzeria di Maranello, il segnale del tram era "aperto" e corretto per la svolta a destra ma l'ometto ruotato pretendeva la ragione per non si sa bene quale motivo.

Forse tutto il sangue era finito nelle gambe e quindi il mononeurone era in una fase modello ipossia oppure l'ignoranza galoppa sovrana in questo mondo?

Come disse un vecchio saggio: "Chi può dirlo?!"

lunedì 23 maggio 2011

La Sussidiarietà solidale: la terza via per scegliere chi votare


Fonte: Giorgio Vittadini - IlSussidiario.net

Mentre continua il tentativo di rovesciare il governo per via extraparlamentare, come se certa stampa e certa magistratura esprimessero la volontà popolare, chi è chiamato a governare, invece di farlo con serietà, preferisce attizzare, insieme a un’opposizione rissosa, un clima di scontro continuo. Il risultato è che anche il senso delle prossime consultazioni elettorali viene stravolto, mentre sembra che un’azione politica consista nell’operare, più o meno ideologicamente, una scelta di campo tra schieramenti, a prescindere da come vengono trattati i contenuti. Invece, anche nella prossima tornata elettorale, proprio sui contenuti si giocano concezioni contrapposte che determinano pesantemente la nostra vita quotidiana.
Come recita un recente volantino della Cdo, il bene per tutti e per ciascuno si costruisce facendo delle nostre città luoghi per una convivenza fra persone libere e interessate al bene comune, alla ricerca della giustizia e della bellezza, aperta alla solidarietà e alla carità. Per questo, continua la Cdo, le sfide sono enormi: migliorare i servizi alla persona basandoli, laddove è possibile, sulla libertà di iniziativa e di scelta; saper rispondere ai bisogni dei meno abbienti e dei malati; riequilibrare aree produttive, abitative (tante case sfitte e mancanza di abitazioni per giovani, anziani, studenti, meno abbienti), e aree verdi fruibili (non un verde frazionato in piccole inutili aiuole); garantire trasporti senza inquinamento; garantire servizi di buona qualità e a un prezzo non esoso a riguardo di gas, acqua, energia, raccolta rifiuti; garantire servizi educativi, ricreativi, sportivi; difendere e promuovere cultura e arte che tanta importanza hanno nelle nostre città, non solo per scopi turistici. La sfida è immane, in un momento in cui il federalismo fiscale municipale dovrebbe costringere i comuni a diminuire i loro sprechi.
Gli orientamenti ideali con cui vengono operate le scelte sono sinteticamente tre. Il primo è il vecchio statalismo, che per qualcuno sembra non tramontare mai, e per qualcun altro pare rappresentare la possibilità di un nuovo potere locale.

Secondo questa impostazione, l’amministrazione pubblica dovrebbe, da sola, rispondere a tutti i bisogni di ordine pubblico, gestendo direttamente ogni servizio di cui ha responsabilità, mentre ogni intervento privato o di realtà sociali viene bollato come fonte di distorsione dei fondi pubblici e contro l’interesse della gente, soprattutto povera. Il regime statalista vigente nel nostro Paese da decenni ha invece prodotto deficit di bilancio ormai non più sostenibili, inefficienza e scarsa qualità dei servizi, sacche di rendita e strapotere di politici tanto pieni di promesse, quanto incapaci di far fronte ai compiti cui sono chiamati.
Il secondo orientamento è quello della privatizzazione selvaggia, che vede nelle mere dinamiche di mercato le forze capaci di dare risposta ai problemi. Tale impostazione non considera il fallimento delle prime privatizzazioni nel nostro Paese (bipartisan!), la responsabilità di queste idee nella crisi finanziaria degli ultimi anni e, soprattutto, che certi beni sociali non possono essere amministrati massimizzando un utile d’impresa da dividere fra gli azionisti.
Un terzo ordine di criteri con cui gestire la “cosa pubblica” è quella della sussidiarietà solidale, che comporta un’alleanza tra ente pubblico, privati e realtà sociali e sottolinea la valorizzazione dell’iniziativa operosa di tutti per il bene comune. Questa è la strada che ha permesso nei secoli, ad esempio a Milano, uno sviluppo diffuso, attraverso l’accoglienza di immigrati da tutto il mondo, che hanno saputo integrarsi e diventare milanesi. Nel capoluogo lombardo - che vale come esempio di un modello vigente in molte altre città e paesi italiani - in epoche diverse, realtà di privato sociale non a fine di lucro come la Ca’ Granda (Ospedale Maggiore), la Banca Popolare di Milano, la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, l’Umanitaria, le Società di mutuo soccorso, il Don Gnocchi, oppure realtà culturali nate non pubbliche come la Scala o il Piccolo Teatro, realtà universitarie come la Bocconi o la Cattolica, si sono affiancate agli imprenditori “storici” che hanno fatto le grandi imprese milanesi.

Oggi, nuove realtà di doposcuola gratuito come ad esempio quello delle suorine dell’Assunzione di Martinengo o Portofranco, di aiuto agli extracomunitari come la Casa della Carità, di nuova formazione professionale libera come la Galdus, di supporto ai lavoratori precari come la recente FeLSA Cisl e i suoi patronati, di aiuto ai meno abbienti, come la rinnovata rete della Caritas e i Banchi alimentare, informatico, farmaceutico, di somministrazione di cure palliative come la Fondazione Floriani o la Maddalena Grassi, permettono quella solidarietà nella sussidiarietà senza cui ci sarebbe molta più ingiustizia.
La rete di ospedali privati e privati non profit, insieme agli ospedali pubblici, grazie anche alla libertà di scegliere dove curarsi, fa sì che gli utenti esercitino il diritto alla salute con risposte di livello internazionale e senza lunghe attese. Le numerose associazioni di categoria e sindacali supportano le miriadi di piccoli e medi imprenditori, che nel declino della grande impresa, hanno consentito un diverso sviluppo che non avesse conseguenze negative per l’occupazione.