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lunedì 27 giugno 2011

Google vs Facebook: 1 miliardo di utenti unici contro "solo" 700 milioni...

...ma il tempo di permanenza sul social supera di gran lunga Google. Ebbene si, c'è chi supera nei numeri il re dei social come utenti unici, ma la "rivincita" arriva sul tempo speso per interagire. Una interessante serie di dati per capire come si muovono gli utenti in rete.


Google ha 1 miliardo di utenti unici (ma su Facebook si spende più tempo)


Utenti unici dei siti di Google, Microsoft, Facebook, Yahoo! e Wikimedia
Il numero di utenti unici e il tempo trascorso su un sito, così come i motori di ricerca e i social network, possono sembrare 2 parametri poco paragonabili, che non hanno attinenza l’uno con l’altro.
Ma a me piace comunque un sacco metterli a confronto: l’ho fatto nel 2009 e nel 2010, e anche oggi ritorno sull’argomento grazie ad una recente ricerca di comScore.

I dati dello studio – attenzione, si parla di un campione di 2 milioni di individui che viene poi “proiettato” sull’intera popolazione mondiale attiva online – mostrano che a Maggio 2011 i siti che fanno capo a Google sono stati visitati da 1 miliardo di utenti unici/mese (+8.4% rispetto allo scorso anno), quelli di Microsoft da 905 milioni di utenti (+15%), quelli di Facebook da 714 milioni (+30%) e quelli di Yahoo! da 689 milioni (+10.8%).
Importante sottolineare proprio il concetto di “network di siti”: il miliardo di utenti unici Google NON lo fa solo col motore di ricerca, ma grazie anche ad altre sue property molto note e trafficate (come ad esempio YouTube, Orkut o Blogger), che contribuiscono (e parecchio) anche sul fronte del tempo speso sui siti. [...]

Per leggere tutto l'articolo fai un click sul link

lunedì 6 giugno 2011

Facebook ha cambiato la nostra vita sociale? Eccome. Anzi, di più!

Uno studio sul nostro rapporto con (l'attuale) "Re dei Social". Quanto ha influito ed influisce nella nostra vita sociale e sentimentale oltre al fatto che, quasi certamente, molti di noi sono "addicted" da FB e questo può portare anche a comportamenti scorretti verso altri utenti. Buona lettura.
Come Facebook condiziona le nostre relazioni
L’infografica pubblicata da AllFacebook.com in collaborazione con la OnlineDatingUniversity mette in mostra ancora una volta il potenziale di Facebook in quanto database spontaneo.
Per molti, tutto ciò che accade nella vita reale accade anche su Facebook in modo quasi sincrono, infatti, come mostra l’infografica, il 50% degli utenti si collega a Facebook praticamente in ogni momento e spende 700 miliardi di minuti al mese sul social network.
Tre utenti su cinque pubblicano la loro relazione sentimentale (tra questi dovremmo includere i fintamente impegnati e gli amici sposati tra loro per gioco) e questa attività è maggiore negli Stati Uniti, Sud Africa, Islanda, Regno Unito e Canada.
La parte più interessante dell’infografica è quella col cuore spezzato verso il basso intitolata “On relationships and jealousy”, che spiega in modo spietato come i nostri comportamenti possono diventare malati.
Il consiglio è quello di restare sempre sé stessi, di far combaciare al massimo ciò che è la propria persona e la propria vita sociale tra l’online e l’offline e non ammalarsi a cercare spiegazioni sugli altri spulciandogli il profilo. Altrimenti ci arrabbiamo.

come facebook incide sulle nostre relazioni

Fonte: José Gragnaniello per Socialmediamerketing.it


sabato 4 giugno 2011

Quanto è sicuro il nostro profilo Facebook, abbiamo la "privacy"?

Quante delle nostre informazioni, dati personali, contatti e semplici post condividiamo? Soprattutto quanto siamo consapevoli di quello che condividiamo? il post che segue, pubblicato da Caterina Policaro aka catepol è estremamente chiaro e semplice da seguire e, se lo vogliamo, ci può permettere di riguadagnare un po' di "privacy digitale" per noi e tutti i nostri contatti. Buona lettura.


Facebook: AUTORIZZAZIONI, APPLICAZIONI, IMPOSTAZIONI PRIVACY


Ieri scrivevo dell’app di Facebook per creare il video del Museo. Molto carina, certo. Vediamo oggi l’altro lato della medaglia.
Come ogni applicazione di Facebook che autorizziamo a fare “qualche cosa” sul nostro account, anche questa applicazione ci chiede in cambio (piuttosto è meglio dire “si prende in cambio”) qualcosa dal nostro profilo e dei nostri dati condivisi.
Subito, infatti, Gigi Cogo si chiede: chi autorizza cosa? Quando autorizziamo una applicazione su Facebook, leggiamo cosa la stiamo autorizzando a fare? Siamo consapevoli o meno di ciò che una applicazione si prende in cambio?
Se ne è discusso su Friendfeed quiqui e qui. Dal momento che non è tutto pubblico e che sono informazioni di interesse generale, mi è stato chiesto di scriverci un post più dettagliato sul blog e quindi eccovelo.
Seguitemi.
In generale una applicazione Facebook si prende in cambio dal nostro profilo una o più categorie di dati correlati, alcuni REVOCABILI altri no.
Una applicazione autorizzata da noi può (potrebbe, a seconda dell’applicazione):
Accedere alle tue informazioni di base
Includono nome, immagine del profilo, sesso, reti, ID utente, lista degli amici e qualsiasi altra informazione per la quale la privacy è impostata su “Tutti”.
Accedere alle informazioni del tuo profilo
Preferenze, Musica, TV, Film, Libri, Citazioni, Informazioni su di me, Attività, Interessi, Gruppi, Eventi, Note, Data di nascita, Città natale, Città attuale, Sito Web, Orientamenti politico e religioso, Istruzione, Informazioni lavorative e Stato di Facebook
Accedere alle tue informazioni di contatto
Presenza online
Accedere ai tuoi familiari e alle tue relazioni
Partner e situazione sentimentale e Familiari e situazione sentimentale
Accedere alle tue foto e ai tuoi video
Le foto che carichi, Video che carico e Le foto e i video in cui compari
Accedere alle informazioni dei tuoi amici
Date di nascita, Orientamenti politico e religioso, Familiari e situazioni sentimentali, Partner e situazioni sentimentali, Città natali, Città attuali, Preferenze, Musica, TV, Film, Libri, Citazioni, Attività, Interessi, Istruzione, Informazioni lavorative, Presenza online, Siti Web, Gruppi, Eventi, Note, Foto, Video, Le foto e i video con loro, Informazioni contenute nella sezione “Su di me” e Stati di Facebook
Pubblicare elementi sulla tua bacheca
L’applicazione può pubblicare messaggi di stato, note, foto e video sulla tua bacheca
Accedere ai tuoi dati in qualsiasi momento
L’applicazione può accedere ai tuoi dati quando non stai utilizzando l’applicazione
ecc.
Per verificare cosa fanno con i nostri dati (e in molti casi con i dati dei nostri contatti) le applicazioni che abbiamo autorizzato, su Facebook, partite da questa pagina https://www.facebook.com/settings/?tab=applications dove, come vedete nell’immagine seguente, per ognuna delle applicazioni, è possibile cliccare su “Modifica impostazioni” e rimuovere quello che non vogliamo.
Per ognuna delle applicazioni, dentro il “Modifica impostazioni” è anche possibile verificare come e quando avviene l’accesso ai nostri dati da parte di quell’applicazione.
Questo ad esempio è l’accesso dell’applicazione Foursquare al mio profilo:
Sono operazioni che vanno fatte applicazione per applicazione, purtroppo.
Come giustamente notava Marco Rossi su Friendfeed, l’applicazione “The museum of me” richiede un po’ troppe autorizzazioni relative ai dati nostri e dei nostri contatti e che, se anche la revochiamo, nessuno ci assicura che i dati raccolti dal suo database vengano cancellati insieme alla revoca dell’applicazione.
E le informazioni raccolte riguardano i dati sulle preferenze, la lista delle fanpage, il completo accesso in lettura ad OGNI SINGOLO POST dall’apertura dell’account su Facebook, la lista degli amici e ogni loro preferenza. Un capitale, riutilizzabile in termini di profilazione utenti, targettizzazione e marketing, che ripaga abbondantemente il costo dello sviluppo dell’applicazione.
Sui nostri dati personali inseriti in Facebook, siamo responsabili noi. Se non vogliamo che vengano dati ad altri (e Facebook ha tutto l’interesse), semplicemente non mettiamoceli.
Io suggerisco di inserirne il meno possibile, solo quelli strettamente rilevanti per il nostro profilo digitale e comunque di andare poi nelle impostazioni privacy dell’account e regolarle una per una.
Da qui https://www.facebook.com/settings/?tab=privacy cliccare poi su “Personalizza impostazioni”
decidere chi può vedere cosa. Ognuna delle categorie di informazioni del nostro account può essere vista da chi decidiamo. Di default Facebook mette tutto visibile a “Tutti”.
Abbiamo il dovere, secondo me, di decidere invece cosa lasciare visibile a Tutti, cosa solo agli Amici oppure agli Amici degli Amici, cosa personalizzare (e quindi possiamo anche impedire ad alcuni contatti o a liste di contatti di avere accesso ad alcune informazioni). C’è poi la possibilità di usare anche il “Solo Io” (vabbè a quel punto conviene non inserirla proprio, l’informazione).
Purtroppo anche qui, Facebook ci chiede di impostare le cose una per una. Macchinoso, ma fattibile, bisogna perderci quei 10 minuti. Ovviamente l’utente medio di Facebook nemmeno lo sa.
Torniamo alla parte di autorizzazioni riguardante i nostri contatti:
Accedere alle informazioni dei tuoi amici
Date di nascita, Orientamenti politico e religioso, Familiari e situazioni sentimentali, Partner e situazioni sentimentali, Città natali, Città attuali, Preferenze, Musica, TV, Film, Libri, Citazioni, Attività, Interessi, Istruzione, Informazioni lavorative, Presenza online, Siti Web, Gruppi, Eventi, Note, Foto, Video, Le foto e i video con loro, Informazioni contenute nella sezione “Su di me” e Stati di Facebook
Forse non tutti sanno che:
Su Facebook, nome, immagine del profilo, sesso e reti sono visibili a tutti. Inoltre, le applicazioni possono accedere per impostazione predefinita alla lista dei tuoi amici e a qualsiasi informazione che decidi di condividere con tutti.”
Ergo alla lista dei contatti le applicazioni comunque ACCEDONO.
E ancora, ovviamente l’applicazione di INTEL ci fa affermare “Io non voglio dare i miei dati e quelli dei miei contatti”: con la scusa del gioco e del video virale si appropriano dei dati e chi sa cosa ne faranno.
Allora perchè alle applicazioni di Twitter, Friendfeed, Foursquare, Hootsuite, Hellotxt, Slideshare, Posterous, Skype, Youtube, Vimeo, Tweetdeck, Backtype, Tumblr, RSS Graffiti, NetworkedBlog ecc. abbiamo dato la stessa autorizzazione?
Ho volutamente citato applicazioni e servizi web 2.0 utilizzati (anche e soprattutto per lavoro) dalla gran parte di blogger, social media expert ecc. non dai ragazzini che giocano su Facebook inconsapevoli di questioni di privacy & co.
Anche il più esperto guru mondiale di cose 2.0 ad ogni livello, dal marketing alla comunicazione, ha concesso tranquillamente a un twitter o a un foursquare ecc. l’accesso obbligatorio e non revocabile a “Accedere alle informazioni dei tuoi amici”.
E’ gente che ne capisce, siamo gente che ne capisce…mi ci metto in mezzo. Eppure abbiamo autorizzato ed autorizziamo tranquillamente l’accesso alle nostre informazioni e a quelle dei nostri contatti.
C’è comunque un modo per far condividere alle applicazioni il meno possibile o quasi niente su di noi.
Ve lo spiego, perchè non tutti lo sanno: è possibile modificare anche le impostazioni di privacy relative all’uso che applicazioni, giochi e siti web fanno delle informazioni nostre e dei nostri contatti
Applicazioni e siti Web Modifica le tue impostazioni relative all’uso di applicazioni, giochi e siti Web” lo trovate partendo da https://www.facebook.com/settings/?tab=privacy
In basso a sinistra c’è scritto “Applicazioni e siti Web Modifica le tue impostazioni relative all’uso di applicazioni, giochi e siti Web.” Cliccare su Modifica le tue impostazioni, poi cliccare dove dice “Informazioni accessibili mediante i tuoi amici” – Controlla a quali informazioni possono accedere le applicazioni e i siti Web che usano i tuoi amici (è il secondo partendo dall’alto).
Click sul “Modifica impostazioni”
Togliete ora la spunta a TUTTE le caselline come ho fatto io. Non lasciatene nemmeno una, o lasciate SOLO quelle di cui gradite la condivisione. Di che condivisione parliamo? Di tutte le tue informazioni che sono a disposizione delle applicazioni, i giochi e i siti Web che usano i tuoi amici.
Ovvio che se lasciamo le caselline spuntate, sia le applicazioni che autorizziamo noi, sia quelle che aggiungono i nostri amici, condivideranno le informazioni che NOI non abbiamo detto di NON condividere. E’ paradossale, ma è così. Siamo noi a dover impostare una per una le impostazioni di privacy.
Ripeto: l’utente medio di Facebook non ne ha la minima idea e tutto è aperto a TUTTI, di default.
Altra cosa OVVIA almeno per me: io non ho inserito alcuna informazione in orientamento politico e religioso, ad esempio. Giusto per farne uno. L’applicazione che condivide quel pezzo di informazione non trova comunque niente relativo a me corrispondente a quel dato.
Sperando di essere stata utile, consiglio di approfondire e settare bene queste impostazioni privacy e di suggerirle almeno agli amici.


-- Post originale pubblicato da Caterina Policaro su: Facebook: autorizzazioni, applicazioni, impostazioni privacyCatepol 3.0 Catepol 3.0 by Catepol is licensed under a Creative Commons Attribution-Noncommercial-Share Alike 2.5 Italy License. Necessario il consenso per la pubblicazione dell'intero post altrove.--

martedì 31 maggio 2011

Dal Social Network al Social Circle

Social Circle
Qualche giorno fa parlavo della fine dell’era dei social network e subito dopo, quasi fosse un segno, Blippy ha cessato l’attività.
Blippy ha fallito perché non ha compreso cosa vuol dire essere social. Hanno fatto un prodotto che condivide gli acquisti fatti tramite carta di credito. Hanno basato il modello sul “tutti amici, tutto condiviso”.

Questo sarà un mantra dei social fino a quando Facebook e la sua era arriveranno al termine. Nel frattempo i siti che seguiranno questo modello falliranno, come è stato per Blippy, Ping o Google Buzz.
Non sto dicendo che la gente smetterà di condividere ogni pensiero, foto o link: la gente ama la liberà di espressione. Facebook, Twitter e LinkedIn vanno bene perché costituiscono le fondamenta del social web. Sono l’elenco telefonico della nostra società, svolgono una funzione necessaria. Negli ultimi 5 anni c’è stata l’ascesa dei social network come “piattaforma ai pubblica utilità”. Ora stiamo invece entrando in una nuova era, che si focalizza sulla condivisione all’interno di gruppi di persone selezionate. L’era del Social Network è terminata, e sta iniziando quella del Social Circle.
Per meglio spiegare i fatti, faccio l’esempio delle feste di compleanno.
Quando un bambino della scuola materna fa una festa di compleanno invita tutta la classe, formata da individui che non si sono mai incontrati. E non si conosceranno davvero se non parecchi anni dopo, quando si svilupperanno amicizie che costituiscono la base di una catena di inviti, dove una persona invita l’altra, e quindi un’altra.
I social nework sono come questo tipo di compleanni. Anziché essere formati da “amici”, sono contenitori di persone di cui si conosce l’esistenza. Ci si connette con tutti perché gli strumenti non sono stati sviluppati per creare social circle più complessi, che rendono le relazioni più adulte e mature. Ed ha senso che l’evoluzione dei social digitali segua lo stesso percorso che noi facciamo in quanto esseri umani.
I Social Network sono caratterizzati da “tutti amici, tutto condiviso”. I Social Circle invece da “gruppi dinamici, condivisioni selettive”.
I Social Circle sono focalizzati sui gruppi, che si basano sulle reali relazioni di una persona. Questi gruppi si modificano dinamicamente per includere nuovi amici più vicini ed escludere quelli che diventano più lontani. La parola “amici” assume un significato uguale a quello dato nel mondo reale, ovvero un gruppo di persone con i quali si hanno legami stretti. I contenuti sono condivisi selettivamente con le persone più affini, rispecchiando l’intimo rapporto di amicizia presente nella vita reale.
Qualcuno obietterà che i Social Network permettono già questo tipo di interazione. Io penso di no, e voglio provartelo.

Ho avuto più volte conversazioni simili nell’ultimo anno:

Io: Usi un servizio di check-in?
Loro: No
Io: Perché?
Loro: Non voglio far sapere a NESSUNO dove mi trovo
Io: Ma non devi mica farlo sapere a tutti, basta aggiungere solo i tuoi contatti più stretti come amici
Loro: Non funziona. Uso Facebook e ricevo richieste di amicizia da persone che non ho mai incontrato, mi sento in colpa, e quindi li accetto

Quando le persone parlano di privacy circa i loro check-in, non è che non vogliono che NESSUNO sappia dove sono, vogliono solo che non TUTTI lo sappiano. Il problema è la mancanza di strumenti per creare gruppi dinamici e intimi, con i quali effettuare le proprie condivisioni. Risolto questo problema, ci sarà un enorme incremento degli utenti mainstream.
Facebook ha alcuni strumenti per la gestione dei gruppi di amici: non funzionano perché si basano sull’idea che sia l’utente a dover curare questi gruppi. Ma gli utenti non faranno mai il lavoro necessario a costruire un Social Circle, così come non sono selettivi quando accettano le amicizie in un servizio di check-in.
Risolvere questo genere di problema è molto difficile. Se vuoi sapere perché Path (11,2 milioni di dollari di finanziamenti) e Color (41 milioni) sono stati in grado di raccogliere così tanti soldi è perché hanno puntato a risolvere questo problema. Gli investitori hanno scommesso che se c’è qualcuno che potrà riuscire a risolvere qualcosa di così difficile, potrà essere uno di quei 2 team.
Per quanto mi riguarda, sono disposto a scommettere su qualcuno disposto a lasciar perdere “tutti amici, tutto condiviso” e che invece punti a “gruppi dinamici, condivisioni selettive”. Come per la storia dell’uomo, prima o poi arriva il momento di crescere.

Fonte: Tagliablog, liberamente tradotto da The End Of The Social Network Era, The Rise Of The Social Circle Era, di Jason Schwartz.

sabato 28 maggio 2011

Quanto i fan su Facebook influiscono nella generazione di contatti


Questa ricerca è stata effettuata utilizzando i contatti di Hubspot Blog. Dopo aver letto l'articolo vi consiglio di leggere anche i commenti, interessanti e anche critici, per provare a sviluppare un dibattito al riguardo anche da noi. Se poi volete postare commenti direttamente su Hubspot Blog meglio ancora. Buona lettura.

How Facebook Factors Into Lead Generation [Data]


The results are in! HubSpot's latest research takes a look at real data from 4,000 businesses -- all HubSpot customers -- and reveals how they successfully generate traffic and leads.
One of the factors included in the study is Facebook reach. The report contains graphs showing the relationship between businesses' Facebook reach and how it correlates with traffic and lead flow. The data shows that:
  • Businesses with 501 to 1,000 Facebook fans generated 4 times more leads than those with 1 to 25 fans.
  • Businesses with over 1,000 Facebook fans generated 12 times more leads.
  • B2B businesses with over 1,000 Facebook fans received 6.5 times more leads than those with 1 to 25 fans.
  • B2C business with over 1,000 Facebook fans received 16 times more leads than those with 1 to 25 fans.
Facebook v. Leads
Whether your company conducts business-to-business or business-to-consumer transactions, the data indicates that maintaining a strong presence on Facebook will help you generate traffic and leads online.
For more information about how social media, blogging, and website content correlate with traffic and leads, download the free ebook, "Lead Generation Lessons from 4,000 Businesses."
Per leggere i commenti clicca qui

Hubspot Blog

venerdì 27 maggio 2011

So cosa stai facendo e dove sei. Paura, eh?


Se ti chiamassi al telefonino e ti dicessi “So cosa stai facendo e dove sei. So cosa hai fatto 5 minuti fa. Conosco il nome del tuo amico/marito/amante ecc.” e cose di questo tipo come la prenderesti?
Eppure, dal numero di cellulare al posto in cui ti trovi, sei tu che me lo hai detto. Non proprio a me, certo. Inconsapevolmente (o consapevolmente?) lo hai detto al mondo anche se non l’hai detto a me.
Ci metto 5 minuti a capire chi sei, dove sei, cosa stai facendo.
So anche che odi il tuo capo, se è per questo. Credo lo sappia anche lui.
Come?
Sono notizie che hai diffuso tu. E io le apprendo, come chiunque arrivi a leggerle, grazie ai tuoi canali social e grazie al fatto che non ti sei mai preoccupato/a di andare a vedere come funzionano le impostazioni di privacy di ogni servizio che utilizzi.
Vi posto un video con il talk di Tom Scott (http://tomscott.com) tenuto all’Ignite London 4 in cui passa in rassegna i social più utilizzati (Facebook, Twitter, Foursquare, Youtube ma anche Wikipedia) e i relativi comportamenti degli utenti che non conoscono le impostazioni di privacy e che di conseguenza non le usano, lasciando tutto praticamente pubblico.
Account Twitter pubblico: tutto finisce in pasto ai motori di ricerca e non solo a loro, a chiunque voglia curiosare.
Le impostazioni di privacy di Twitter sono semplicissime. Account pubblico o Account Privato. Non è colpa di Twitter, in entrambi i casi, di quello che ci scrivi tu sopra. Una volta Twittato, è pubblico. Se hai l’account protetto, non è pubblico per tutti, lo è comunque per i tuoi follower.
Account Foursquare e check-in: i ladri ringraziano. Sanno quando sei in casa e, soprattutto, quando non ci sei. Sanno dov’è casa tua quando tu sei altrove. Sanno anche, eventualmente, chi c’è con te se avete fatto check-in insieme.
La gestione della Privacy in Foursquare è buona. Puoi proteggere i check-in, puoi non farli vedere. Se so dove sei ogni momento è perchè tu lo stai dicendo in pubblico, non per colpa di Foursquare. O perchè chi è con te, ha fatto check-in scrivendo che è in tua compagnia.
Anche Youtube ha impostazioni per la privacy, ma nessuno sembra utilizzarle.
Quanti video vengono caricati su Youtube ogni giorno, girati dai telefonini, anche solo per cazzeggio, senza tag e senza nome dei coinvolti?
In quanti video potremmo essere presenti e nemmeno lo sappiamo?
Wikipedia è interessantissima. Traccia anche gli utenti anonimi, figurati quelli con account. Per cui, volendo, si risale alle modifiche che tu hai fatto e su quali pagine e perchè. Da questo, converrai, ottengo anche informazioni su di te, i tuoi gusti, le preferenze, ecc. Dimmi di che voce Wikipedia ti occupi e ti dirò chi sei.
Facebook, ovviamente, anche tu sei su Facebook. Facebook ha tantissime impostazioni per la gestione della nostra privacy. L’ho scritto più volte. Forse troppe e non immediate per l’utente medio.
Peccato che queste impostazioni privacy non le usiamo, ne usiamo solo alcune o peggio non le utilizziamo proprio. Infatti, non è a caso che, di default, sia praticamente tutto pubblico su Facebook. Sta a noi chiudere i rubinetti che vogliamo chiudere.
La gente non ha idea di avere un profilo Facebook che è pubblico fino a che non ci metti mano.
Su Facebook ci inseriamo nome e cognome, mail e telefono, indirizzo e luogo di lavoro, relazioni e familiari…e molto, molto altro. Informazioni disponibili, quante ne vogliamo. Su chi vogliamo.
Capito come faccio a sapere dove sei, cosa fai, con chi sei?
Ora, come alla fine del video di Tom Scott (http://tomscott.com) sai che faccio? Vengo sul tuo profilo Facebook a prendere un po’ di appunti: dove vivi, cosa hai fatto poco fa, con chi sei, il tuo compleanno, l’indirizzo, il nome di… si certo, anche quello, ecc. e ti telefono. Ovviamente il tuo telefonino è visibile sul profilo, no?
Paura eh?
Scherzi a parte: attenzione alle impostazioni di privacy dei vostri account sui social network. Non mi stancherò mai di ripetervelo.

Fonte: da catepol via Tom Scott.

martedì 24 maggio 2011

Elogio alla semplicità by @g3cko

Ho letto questo post su Meemi e l'ho trovato simpatico ma soprattutto utile a livello didattico e come memento per tutti noi.
A questo va aggiunto il sevizio clone di LinkedIn ovvero BranchOut, sempre di Facebook, dove potete trovare una più che autorevole considerazione grazie al Tagliaerbe. Buona lettura e divertimento.

Facebook mi ha appena attivato la mia mail personale (lamiamail at facebook.com)

quindi qui nascono alcune considerazioni:

- Facebook ti da la possibilità di gestire email, insieme ai messaggi di chat, insieme ai messaggi privati inviati da cel, insieme a tutte le discussioni private che avvengono da persona a persona, insieme alle briciole del panino, delle caccole del naso, alla forfora nei capelli, alle unghie smangiucchiate, (potrei continuare all'infinito) tutta in un flusso conologico ordinato.

Ma oltre ai problemi di disfusione mentale che avranno molti utenti:

- Per avere una mail di Facebook bisogna avere un account Facebook
- Per avere un'account Facebook devi avere una e-mail regolarmente attiva
- Se usi la mail di Facebook come tua predefinita allora non userai più attivamente la tua mail principale, rendendola inattiva
- Molta gente non andrà più a guardare la propria mail di Libero, Yahoo, Gmail, saranno troppe complicate, perché non usare quella di Facebook così magari controllo le email e sto pure su Facebook????? Non ho incluso anche live e hotmail perché è sottinteso che Microsoft è stata spiazzata (conosco già chi ha fatto scadere il proprio account msn e quindi email e tutto il resto).

comunque, ritornando al discorso senza uscirne fuori:

- Se rendete la vostra mail inattiva, questa verrà disattivata, ma l'utente medio se ne fregherà, tanto ha l'email di Facebook!!!
- Appena la vostra mail verrà disabilitata per inutilizzo, Facebook inizierà a chiedervi di aggiornare il vostro indirizzo Mail primario (CHE NON AVETE PIU'), e quindi toccherà registrarne uno nuovo, per poi ritornare ad utilizzare esclusivamente l'email di Facebook, creando un sistema ad onde di Attivazione e Disattivazione di nuove email di altri provider.

Potrei continuare all'infinito, ma ora mi chiedo:
"Ma l'utente medio, secondo voi, non si rompe le balle di attivare e disattivare (oppure di ricordarsi di accedere almeno una volta al mese alla propria mail non Facebook) pur di non abbandonare la propria strafiga email di Facebook???"

E continuando l'elenco
- Ora da Facebook riceverai anche lo spam che ricevevi prima regolarmente sulla tua mail (di blu su Facebook non ci sarà più solo la barra blu, ma anche il viagra)

E per lo spam si apre una porta in paradiso:
- Ricordate tutti gli eventi che generano i pr che sono nelle vostre liste? E tutte le catene? I link??? Non basterà più averli in backeca, adesso si riceveranno anche per email perché tanto non cambia nulla a chi li invia

- Tantissimi adolescenti potranno fregare i propri genitori dicendo che stanno controllando la propria posta su Facebook, magari appunti scolastici o altro, quando invece magari su facebook ci stanno giocando
- I nuovi curriculum avranno come indirizzo di posta sono.una.*at facebook.com (che un pò di * in più non guasta mai)
- Tu vai a controllare la posta e puntualmente ti chiama in chat il rompicazzo di turno, e tu reclamando il genitale maschile perché ti sei scordato di disattivare la chat l'ultima volta non controlli più la posta, ma tanto ti ritroverai il messaggio del rompiglioni in coda e tu non puoi non rispondere, perché altrimenti passi tu per il maleducato

...Meemi è molto più semplice
www.meemi.com

L'autore: Francesco Celiento
Link: http://www.meemi.com/g3cko

lunedì 23 maggio 2011

Facebook come strumento per valutare i risultati delle elezioni


Con l’ultima tornata elettorale si è consolidata la presenza dei politici su Facebook anche a livello locale (con i problemi di comunicazione che tutti abbiamo potuto notare) e si è aperta una vera e propria gara all’ultimo Like.

Proprio il Like è divenuto lo strumento di misurazione del Laboratorio di ricerca e comunicazione avanzata dell’Università di Urbino Carlo Bo, che dal 25 Aprile 2011 ha catalogato quelli rivolti alle pagine dei candidati sindaco nei 29 comuni capoluogo di provincia dove si è votato il 15 e 16 Maggio (solo un comune non aveva candidati con pagine Facebook), al fine di verificare la congruenza tra notorietà su Facebook e voti ricevuti.

Il calcolo degli scarti

Gli scarti sono stati calcolati mettendo a confronto le percentuali di Likes riportate da ciascun candidato (fatto cento il numero totale di Likes riportato da tutte le pagine Facebook dei candidati di un dato comune. Ovviamente non tutti i candidati erano presenti su Facebook con una propria pagina) e la percentuale di voti validi ottenuti (dati del sito del Ministero degli Interni e della Regione Friuli Venezia Giulia per Trieste).

Nonostante uno scarto abbastanza alto per variabili che potete approfondire qui,

Nel 39% dei casi il candidato che era primo su Facebook ha effettivamente vinto le elezioni raccogliendo il maggior numero di voti. Nel 43% dei casi il candidato risultato primo su Facebook è invece arrivato secondo alle elezioni. In altre parole il candidato sindaco che raccoglie il maggior consenso su Facebook ha oltre l’80% di possibilità di diventare sindaco o di arrivare secondo nella competizione elettorale.

Nel 21% dei casi il candidato secondo classificato su Facebook ha vinto la competizione elettorale e nel 10% dei casi il candidato secondo classificato su Facebook si è effettivamente piazzato secondo.

Tutti i risultati sono in questo file su Google Spreadsheet.

Il futuro

Queste analisi, prese con poca serietà, potrebbero lasciare il tempo che trovano, ma sono fondamentali per capire i cambiamenti futuri della nostra società, per dare alla politica una faccia diversa e più moderna e per avere una nuova tipologia di sondaggio.

Altra considerazione va fatta su ciò che Facebook sta diventando, cioè un vero e proprio database sociale analizzando il quale si possono comprendere molteplici tendenze, capire cosa è In e cosa è Out, applicare un controllo globale con un solo click (ed un po’ di script).

Per vedere i grafici relativi ai candidati sindaci delle principali città clicca qui

Fonte: José Gragnaniello - Socialmediamarketing.it